E' il 12 gennaio e si parte per raggiungere il nostro amico Julian a Geraldton, la cittadina più ventosa dell'Australia e, per questo, una delle mete preferite per il surf.
Da M. River torniamo verso Perth e poi da lì 4 ore di auto in mezzo al nulla, ossia: a destra e sinistra bush, bush e ancora bush e sopra di noi il sole cocente!
Rare le macchine che incrociamo lungo la strada... solo al ritorno scopriremo che questo tipo di strade non sono molto frequentate durante i fine settimana.
Il viaggio è lungo e anche noioso, ma ad un certo punto a sinistra posso vedere ancora i bagliori del tramonto, mentre a destra è già sera, e dopo un po', in alto, ci sono stelle che non ho mai visto prima e di cui non conosco il nome.
Dopo centinaia di km, ci fermiamo a Eanabba, poco più di un'area di servizio con un bar per "bevitori". Perchè dico questo? Perchè quando abbiamo chiesto dell'acqua sono dovuti andare sul retro a prenderla: non era tra i prodotti più richiesti!
Arriviamo tardi a Geraldton, anche perchè tra M. River e Perth abbiamo sbagliato la strada due volte. Raggiungiamo Julian e Andrea in un pub molto affollato, dove sta suonando un gruppo country. E' uguale a quelli che si vedono nei film: donne con bottiglie di birra in mano che girano per il locale ed uomini, già alticci, che prima le seguono con gli occhi e poi si alzano, barcollanti, dagli sgabelli per seguirle.
Durante il viaggio, Julian ci aveva mandato degli sms in cui ci proponeva un'escursione avventurosa, una di quelle da fare "once in a lifetime": arrivare in elicottero su un atollo a poco più di mezz'ora dalla città e passare lì la giornata.
Un giro in elicottero? Ma siamo impazziti?
Al pub ce lo ripropone e, anche grazie alla birra, diciamo di si.
Il giorno dopo provo a defilarmi dall'avventura, ma Vale non vuole sentire ragioni: si deve fare!
Arriviamo all'aeroporto e la prima cosa che fanno è pesarci, poi ci fanno firmare un consenso informato - chiaramente tutto scritto in inglese - alla fine del quale ci chiedono di indicare una persona da avvisare in caso di... sorvolo sui diversi riti scaramantici!
L'elicottero è grande, rosso (quello della vacanza da ricchi, per capirsi!), sembra affidabile; un po' meno il nostro comandante: è un tantino anziano, anche se molto simpatico: speriamo che basti per volare in sicurezza.
Parla molto velocemente ed io capisco forse un terzo di quello che ha detto, ma sono contenta: salgo sull'elicottero più ignara degli altri. Per finire ci dice che dobbiamo preoccuparci seriamente se lo sentiamo urlare "merda, merda, merda"!
Decolliamo dopo esserci assicurati a scomodi sediolini, con le cuffie alle orecchie per non sentire il rumore delle pale. Dopo pochi minuti siamo già sull'oceano: le onde che si formano al largo, i colori che cambiano continuamente...
Atterriamo dopo 40 minuti di volo: non è un'isola, ma un atollo emerso, e infatti non c'è la sabbia, ma conchiglie e coralli di tutte le forme. Intorno un'acqua gelida, ma con sfumature che vanno dal bianco al blu intenso.
Alcuni di noi - gli indigeni - fanno proprio scuba diving, altri - noi! - solo snorkeling: bastano pochi colpi di pinna per vedere coralli e pesci di tutti i colori e dimenticare il freddo.
Su questo atollo l'elicottero atterra un solo giorno la settimana e noi siamo stati fortunati perchè il tempo è bellissimo.
Ci portano in una specie di insenatura dell'atollo dove possiamo vedere, poco distante da noi, una leonessa marina con il suo cucciolo: ha partorito 6 settimane fa, e adesso sono al sole, distesi e la nostra presenza non sembra disturbarli.
Il resto della giornata passa così: tra nuotate ed immersioni, poi il pomeriggio ci propongono una visita ad un atollo vicino. Mentre stiamo per risalire sull'elicottero, arrivare un leone marino che gioca con noi in mare. Alla fine, ripartiamo e anche sull'altro atollo troviamo leoni marini, grandi e piccoli, distesi al sole, indifferenti al nostro passaggio, e centinaia e centinai di uccelli rumorosissimi.
Infine, ci portano a vedere un pesce enorme che vive in una specie di laguna, sembra un incrocio tra un luccio ed un pesce preistorico.
La sera siamo distrutti, ma Julian aveva ragione: una volta nella vita!
Da M. River torniamo verso Perth e poi da lì 4 ore di auto in mezzo al nulla, ossia: a destra e sinistra bush, bush e ancora bush e sopra di noi il sole cocente!
Rare le macchine che incrociamo lungo la strada... solo al ritorno scopriremo che questo tipo di strade non sono molto frequentate durante i fine settimana.
Il viaggio è lungo e anche noioso, ma ad un certo punto a sinistra posso vedere ancora i bagliori del tramonto, mentre a destra è già sera, e dopo un po', in alto, ci sono stelle che non ho mai visto prima e di cui non conosco il nome.
Dopo centinaia di km, ci fermiamo a Eanabba, poco più di un'area di servizio con un bar per "bevitori". Perchè dico questo? Perchè quando abbiamo chiesto dell'acqua sono dovuti andare sul retro a prenderla: non era tra i prodotti più richiesti!
Arriviamo tardi a Geraldton, anche perchè tra M. River e Perth abbiamo sbagliato la strada due volte. Raggiungiamo Julian e Andrea in un pub molto affollato, dove sta suonando un gruppo country. E' uguale a quelli che si vedono nei film: donne con bottiglie di birra in mano che girano per il locale ed uomini, già alticci, che prima le seguono con gli occhi e poi si alzano, barcollanti, dagli sgabelli per seguirle.
Durante il viaggio, Julian ci aveva mandato degli sms in cui ci proponeva un'escursione avventurosa, una di quelle da fare "once in a lifetime": arrivare in elicottero su un atollo a poco più di mezz'ora dalla città e passare lì la giornata.
Un giro in elicottero? Ma siamo impazziti?
Al pub ce lo ripropone e, anche grazie alla birra, diciamo di si.
Il giorno dopo provo a defilarmi dall'avventura, ma Vale non vuole sentire ragioni: si deve fare!
Arriviamo all'aeroporto e la prima cosa che fanno è pesarci, poi ci fanno firmare un consenso informato - chiaramente tutto scritto in inglese - alla fine del quale ci chiedono di indicare una persona da avvisare in caso di... sorvolo sui diversi riti scaramantici!
L'elicottero è grande, rosso (quello della vacanza da ricchi, per capirsi!), sembra affidabile; un po' meno il nostro comandante: è un tantino anziano, anche se molto simpatico: speriamo che basti per volare in sicurezza.
Parla molto velocemente ed io capisco forse un terzo di quello che ha detto, ma sono contenta: salgo sull'elicottero più ignara degli altri. Per finire ci dice che dobbiamo preoccuparci seriamente se lo sentiamo urlare "merda, merda, merda"!
Decolliamo dopo esserci assicurati a scomodi sediolini, con le cuffie alle orecchie per non sentire il rumore delle pale. Dopo pochi minuti siamo già sull'oceano: le onde che si formano al largo, i colori che cambiano continuamente...
Atterriamo dopo 40 minuti di volo: non è un'isola, ma un atollo emerso, e infatti non c'è la sabbia, ma conchiglie e coralli di tutte le forme. Intorno un'acqua gelida, ma con sfumature che vanno dal bianco al blu intenso.
Alcuni di noi - gli indigeni - fanno proprio scuba diving, altri - noi! - solo snorkeling: bastano pochi colpi di pinna per vedere coralli e pesci di tutti i colori e dimenticare il freddo.
Su questo atollo l'elicottero atterra un solo giorno la settimana e noi siamo stati fortunati perchè il tempo è bellissimo.
Ci portano in una specie di insenatura dell'atollo dove possiamo vedere, poco distante da noi, una leonessa marina con il suo cucciolo: ha partorito 6 settimane fa, e adesso sono al sole, distesi e la nostra presenza non sembra disturbarli.
Il resto della giornata passa così: tra nuotate ed immersioni, poi il pomeriggio ci propongono una visita ad un atollo vicino. Mentre stiamo per risalire sull'elicottero, arrivare un leone marino che gioca con noi in mare. Alla fine, ripartiamo e anche sull'altro atollo troviamo leoni marini, grandi e piccoli, distesi al sole, indifferenti al nostro passaggio, e centinaia e centinai di uccelli rumorosissimi.
Infine, ci portano a vedere un pesce enorme che vive in una specie di laguna, sembra un incrocio tra un luccio ed un pesce preistorico.
La sera siamo distrutti, ma Julian aveva ragione: una volta nella vita!
Nessun commento:
Posta un commento