martedì 13 marzo 2007

Poste australiane

Bush

Kalbarri

E' il 14 gennaio e il piano è di arrivare a Kalbarri presto in mattinata, ma il destino decide diversamente: Andrea si accorge che abbiamo una ruota a terra e, chiaramente, non è solo sgonfia!E' domenica e non c'è un meccanico aperto nemmeno a pagarlo il doppio. Al numero verde della Hertz ci dicono di richiamare lunedì.
Tocca restare a Geraldton.

Il tempo non è bellissimo, anche oggi è coperto, ma decidiamo di andare lo stesso alla spiaggia dei surfisti, che troviamo piena di pick-up... nel senso che sono proprio parcheggiati sulla spiaggia, non accanto o vicino.

Molti hanno portato il cane a giocare tra le onde agitate dal vento. Sulla spiaggia c'è anche il faro più antico del WA, che è stato trasportato qui tutto d'un pezzo dall'Inghilterra.

Dopo un po', decidiamo di fare un giro per il paese, ma dura poco: troviamo dei prati verdi poco distanti dalla spiaggia e ci stendiamo sotto gli alberi a riposare... mi sento proprio in vacanza.

Ma dura poco! Julian, dopo pranzo, ci presta la sua auto perchè "non possiamo non vedere Kalbarri".

Il sole è forte adesso, fa molto caldo, ma lui non si impietosisce e alle 15 partiamo.
La prima sosta è al The Loop, raggiunto dopo 27 km di strada rossa sterrata, durante i quali speriamo di non bucare di nuovo!

Intorno a noi 1000 kmq di vegetazione: ci saranno 40° e migliaia di mosche, ma il panorama vale tutta la fatica: rocce aride e vegetazione florida si alternano tra loro.

Dopo scendiamo a Kalbarri, una ridente cittadina sul mare, dove un fiume sfocia nell'Oceano Indiano. Ceniamo in un "buco" dove preparano gli immancabili fish&chips, lo consiglio: The Jetty.

Negozi










domenica 11 marzo 2007

La mia muta al sole

Negozi ed insegne

Una delle caratteristiche dei negozi visti finora è che non hanno le insegne al neon, ma disegnate. Certo, se i negozi chiudono alle 17.30 ha poco senso avere insegne luminose.
Il logo, il nome e la tipologia di attività, o di prodotti venduti, sono disegnati direttamente sulle mura dei negozi; i supermercati, poi, hanno delle grandi lavagne inserite lungo le pareti esterne su cui, con gessetti colorati, sono elencate le offerte del giorno.
Domanda: e quando piove? Non lo so!!!!

Alcuni hanno anche le foto dei proprietari come insegna, soprattutto quelli che vendono auto usate.

I negozi chiudono presto, e non solo nei piccoli centri, ma anche nei posti di mare o centri turistici, una scelta di vita diversa da quella dei nostri negozianti, anche se poi non si capisce dova vanno una volta che hanno finito di lavorare, visto che è tutto chiuso! Sicuramente a fare surf! E poi bisogna considerare le distanze: forse dopo aver chiuso il negozio ti tocca fare 2 ore di auto per tornare a casa.

Gli unici negozi che chiudono alle 20 sono le farmacie ed i negozi di superalcolici. Quest'ultimi sono davvero ovunque ed in alcuni - i Battle Mart - puoi entrarci direttamente con l'auto, ordinare alla cassa quello che ti serve e un commesso ti carica tutto in auto.. un po' come la famosa catena di panini, insomma!

Una volta scoperto che i supermercati IGA - Indipendent Grocer Australian - erano l'equivalente della nostra Coop abbiamo sempre fatto la spesa da loro. Anche qui, come in altri negozi, supermercati e mercatini, vendono le borse riutilizzabili per la spesa. Infatti, l'attenzione al riciclo e all'ambiente è molto sentita e anche molto comunicata da parte della autorità con pubblicità, avvisi, cartelloni e spot televisivi con contenuti abbastanza forti.

Ritornando all'orario, anche i ristoranti chiudono presto le loro cucine: si inizia a cenare alle 18 e dopo le 21.30 comincia ad essere difficile mangiare! Trovare l'indicazione "till late at night" non deve far ben sperare: significa che puoi solo bere fino alle 23.



Leoni e mostri marini





L'atollo

Verso Geraldton

E' il 12 gennaio e si parte per raggiungere il nostro amico Julian a Geraldton, la cittadina più ventosa dell'Australia e, per questo, una delle mete preferite per il surf.
Da M. River torniamo verso Perth e poi da lì 4 ore di auto in mezzo al nulla, ossia: a destra e sinistra bush, bush e ancora bush e sopra di noi il sole cocente!
Rare le macchine che incrociamo lungo la strada... solo al ritorno scopriremo che questo tipo di strade non sono molto frequentate durante i fine settimana.
Il viaggio è lungo e anche noioso, ma ad un certo punto a sinistra posso vedere ancora i bagliori del tramonto, mentre a destra è già sera, e dopo un po', in alto, ci sono stelle che non ho mai visto prima e di cui non conosco il nome.

Dopo centinaia di km, ci fermiamo a Eanabba, poco più di un'area di servizio con un bar per "bevitori". Perchè dico questo? Perchè quando abbiamo chiesto dell'acqua sono dovuti andare sul retro a prenderla: non era tra i prodotti più richiesti!

Arriviamo tardi a Geraldton, anche perchè tra M. River e Perth abbiamo sbagliato la strada due volte. Raggiungiamo Julian e Andrea in un pub molto affollato, dove sta suonando un gruppo country. E' uguale a quelli che si vedono nei film: donne con bottiglie di birra in mano che girano per il locale ed uomini, già alticci, che prima le seguono con gli occhi e poi si alzano, barcollanti, dagli sgabelli per seguirle.
Durante il viaggio, Julian ci aveva mandato degli sms in cui ci proponeva un'escursione avventurosa, una di quelle da fare "once in a lifetime": arrivare in elicottero su un atollo a poco più di mezz'ora dalla città e passare lì la giornata.
Un giro in elicottero? Ma siamo impazziti?
Al pub ce lo ripropone e, anche grazie alla birra, diciamo di si.

Il giorno dopo provo a defilarmi dall'avventura, ma Vale non vuole sentire ragioni: si deve fare!
Arriviamo all'aeroporto e la prima cosa che fanno è pesarci, poi ci fanno firmare un consenso informato - chiaramente tutto scritto in inglese - alla fine del quale ci chiedono di indicare una persona da avvisare in caso di... sorvolo sui diversi riti scaramantici!

L'elicottero è grande, rosso (quello della vacanza da ricchi, per capirsi!), sembra affidabile; un po' meno il nostro comandante: è un tantino anziano, anche se molto simpatico: speriamo che basti per volare in sicurezza.
Parla molto velocemente ed io capisco forse un terzo di quello che ha detto, ma sono contenta: salgo sull'elicottero più ignara degli altri. Per finire ci dice che dobbiamo preoccuparci seriamente se lo sentiamo urlare "merda, merda, merda"!


Decolliamo dopo esserci assicurati a scomodi sediolini, con le cuffie alle orecchie per non sentire il rumore delle pale. Dopo pochi minuti siamo già sull'oceano: le onde che si formano al largo, i colori che cambiano continuamente...

Atterriamo dopo 40 minuti di volo: non è un'isola, ma un atollo emerso, e infatti non c'è la sabbia, ma conchiglie e coralli di tutte le forme. Intorno un'acqua gelida, ma con sfumature che vanno dal bianco al blu intenso.
Alcuni di noi - gli indigeni - fanno proprio scuba diving, altri - noi! - solo snorkeling: bastano pochi colpi di pinna per vedere coralli e pesci di tutti i colori e dimenticare il freddo.
Su questo atollo l'elicottero atterra un solo giorno la settimana e noi siamo stati fortunati perchè il tempo è bellissimo.
Ci portano in una specie di insenatura dell'atollo dove possiamo vedere, poco distante da noi, una leonessa marina con il suo cucciolo: ha partorito 6 settimane fa, e adesso sono al sole, distesi e la nostra presenza non sembra disturbarli.
Il resto della giornata passa così: tra nuotate ed immersioni, poi il pomeriggio ci propongono una visita ad un atollo vicino. Mentre stiamo per risalire sull'elicottero, arrivare un leone marino che gioca con noi in mare. Alla fine, ripartiamo e anche sull'altro atollo troviamo leoni marini, grandi e piccoli, distesi al sole, indifferenti al nostro passaggio, e centinaia e centinai di uccelli rumorosissimi.
Infine, ci portano a vedere un pesce enorme che vive in una specie di laguna, sembra un incrocio tra un luccio ed un pesce preistorico.

La sera siamo distrutti, ma Julian aveva ragione: una volta nella vita!