venerdì 7 settembre 2007

Verso Palm Beach

Il 25 gennaio l'innominabile torna in Italia e noi ragazze partiamo per Palm Beach, località di mare elogiata dai nostri amici australiani come imperdibile per le vacanze estive.

Per arrivare alla hertz e noleggiare un'auto passiamo per Hyde Park: ci incuriosiva la Piscina della Riflessione, nome molto new age. Quando ci arriviamo restiamo un po' delusi: è una piccola piscina bassa, dentro cui si riflettono un edificio basso, se non ricordo male il Memoriale per i caduti delle guerre, e un paio di moderni grattacieli.

Facciamo comunque un giro per il parco, "riflettendo" che è una città con milioni di abitanti, ma tanto, tanto verde.

Prendiamo la nostra macchina, torniamo in albergo, carichiamo i bagagli e ci dirigiamo verso l'aeroporto. Il traffico è intenso, ci sono code ai semafori, e lungo la strada case basse e villette: è ancora Sydney, ma lontana mille miglia dal suo Central Business District e dai suoi grattacieli.

Lasciamo l'innominabile all'aeroporto e poi torniamo verso la città. Il traffico non è diminuito, inoltre facciamo molta attenzione alle strade che prendiamo: pare ci siano delle strade a pagamento a dobbiamo evitare di prenderle perché non abbiamo ben capito come funziona il meccanismo (compri una card prima? paghi prima presso degli uffici dedicati? paghi dopo, quando ti arriva la multa?).

Il traffico ci rallenta e ci permette di osservare meglio quello che ci circonda e all'improvviso appare questa insegna:

Che fai, non la fotografi?

Lungo la strada ci fermiamo ad un ristorante tailandese: il responsabile ci avvisa che quella mattina non si effettua il servizio ai tavoli, ma solo take away. Mentre aspettiamo, entra un signore alto, massiccio e con la faccia torva. Il signore che ha parlato con noi diventa un po' nervoso, e lì ho capito che anni di gialli - soprattutto americani - e di telefilm polizieschi - anche questi soprattutto americani - mi hanno condizionato: immagino subito che sia venuto a prendere il pizzo, o ancora è un rapinatore, o ancora è un poliziotto che viene a prendere la mitica busta gialla per gli orfani della polizia... invece è qui per un'ispezione, che se ci pensi è anche peggio di tutto quello che ho immaginato io!!!!
Mangiamo in macchina: è stato, in assoluto, il migliore cibo tailandese mai assaggiato!

Riprendiamo il viaggio verso Palm Beach. Quando arriviamo alla casa che abbiamo prenotato on line, il primo pensiero che sfiora me e Vale è lo stesso, quasi potevi vedere il fumetto: "Meno male che l'innominabile è tornato a casa, altrimenti sai il lamento!".
La casa, infatti, è old stile, ma veramente old: old gli infissi, old l'arredamento, old la proprietaria, old il cibo nella dispensa (qualche scatola poteva essere esposta tranquillamente in un museo come reperto archeologico), old il bagno... ma aveva una vetrata enorme sul mare, da cui entrava il sole del mattino.

Coloriti e rumorosi i vicini!!!!

Vista l'insistenza dei nostri amici, ti aspetti un posto pieno di gente, locali e vita notturna.... sbagliato! E' un posto per famiglie: tranquillo, forse anche troppo! Credo che sia di tendenza proprio per questo.
Julian ci ha dato anche precise indicazioni sulle cose da fare:
  1. gita al faro
  2. colazione francese ad Avalon, un paese vicino (sempre il problema delle distanze: qui è normale, buttarsi dal letto, prendere una macchina con gli occhi ancora chiusi dal sonno, guidare fino ad un paese vicino - e vicino è sempre un modo di dire da queste parti! - e FINALMENTE fare colazione, nel senso che prendi i cornetti in un posto ed il caffè in un'altra, e poi con il tuo bagaglio cerchi un posto dove sederti e vedere il mare. Secondo me questi australiani sono ipercinetici!).
Facciamo un giro sulla spiaggia: da casa ci si arriva in auto, perchè quella di fronte non è granché e c'è il molo dove i bagnanti la mattina presto prendono dei piccoli traghetti per andare verso altre spiagge, dove non c'è assolutamente nulla... come faccio a saperlo? Si portano dietro di tutto, un po' come quelle famiglie che becchi sulle spiagge libere della costiera amalfitana, con ombrelloni, sedie, sgabelli, borse termiche e frigo portatili, quindi...

Restiamo sulla spiaggia solo un'ora (il parcheggio costa 2,50 A$): effettivamente ci sono soprattutto famiglie sulla spiaggia, intorno delle case che non sfigurerebbero a Los Angeles, nascoste nel verde delle colline intorno. Il target dei villeggianti è alto: lo capisci dalle tate con i bimbi mentre le mamme parlano tra loro, dai toni di voce bassi... anche le onde qui si sono adeguate: non ci sono, lambiscono appena la sabbia e lo fanno sottovoce!
E in giro c'è qualche barca!


Torniamo a casa, il tempo di una doccia e poi decidiamo di cenare - attenzione attenzione!!!!! - al Palm Beach Golf Club: c'è capitato tra le mani una specie di volantino dove si pubblicizza la cena per la vigilia dell'Australia Day, con musica dal vivo (tutta vita!).
Ci andiamo ed il posto non è male, con una bella terrazza che si affaccia sul mare.
Il gruppo che suona si chiama Silverhair, e quindi non sto a spiegarvi il repertorio (anni '60 e '70) e l'età dei componenti del gruppo (dico solo che dopo averli visti abbiamo fortemente temuto che arrivassero alla fine della serata).
Nell'insieme una serata divertente: il cibo non era male e vedere ballerini con un'età media sui 50 anni, sempre lì sull'orlo di un infarto ha dato un certo brivido alla serata.

Le alternative? Mangiare fish & chips guardando le barche (indicazione di Julian) o il ristorante sotto casa "quite expensive" ma un po' triste.

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